Carne, latte e olio: il ministro Romano apre il tavolo delle etichette che sono già obbligatorie

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In arrivo l’etichetta obbligatoria per latte, carne bovina, ortofrutta e olio. Peccato che fosse già obbligatorio per legge dichiarare l’origine di questi alimenti. 
Ad annunciare la “svolta” è stato il ministro dell’Agricoltura Francesco Saverio Romano, parlando la scorsa settimana a Monestirolo (Ferrara), presso la sede della locale cooperativa Patfrut. «La prossima settimana (quella in corso per chi legge)  abbiamo convocato un tavolo – ha anticipato il ministro – per presentare il decreto relativo all’etichettatura di latte fresco, miele, carne bovina, ortofrutta e olio extravergine, categorie merceologiche che hanno ottenuto l’autorizzazione dell’Unione Europea». Appunto, si tratta di prodotti per i quali a vario titolo sono già in vigore disposizioni sulla tracciabilità. E allora perché aprire un tavolo? «Noi, di fatto, miriamo all’etichettatura di tutti i prodotti», ha aggiunto Romano, «e proprio questo sarà un percorso che dovrà passare attraverso una contrattazione anche dura in sede europea, che alcuni paesi del Nord, trasformatori per eccellenza, non vedono di buon occhio. Se vogliamo sostenere il nostro mercato, d’altra parte, dobbiamo puntare alla qualità, alla tracciabilità e alla sicurezza, intesa come lotta alla contraffazione».
Dunque il titolare delle Politiche Agricole ha scelto di partire in discesa. In realtà, almeno per l’olio extravergine, varrebbe la pena di  aprire un tavolo su misura. In virtù di un regolamento con cui la Commissione europea ha modificato nel 2009 la legge italiana, le bottiglie di olio extravergine possono essere poste in commercio con la dicitura generica: “Ottenuto da oli extravergine comunitari”. Tutte le  marche commerciali di olio utilizzano questa denominazione d’origine, come ho documentato nel post del 25 gennaio scorso. Una finta tracciabilità: gli extravergini che arrivano dai Paesi europei in cui non c’è alcuna norma sulla dichiarazione d’origine possono provenire in realtà da ogni parte del mondo, per esempio dal Nord Africa. E probabilmente è quanto accade in alcuni casi.
Dunque il ministro Romano pur scegliendo di partire in discesa, col tavolo sull’etichettatura potrebbe trovarsi ad arrivare in salita. Per affrontare la montagna bisogna avere la dinamite nelle gambe, come ha dimostrato lo spagnolo Alberto Contador al Giro d’Italia. Ma soprattutto bisogna volerlo fare.
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